L’Albania è un paese piccolo, con un’estensione di 28.000 chilometri quadrati, poco più grande di Sicilia o Lombardia. Questa dimensione ha contribuito a un recente miglioramento della gestione politica ed economica, sebbene esistano ancora una serie di problematiche irrisolte, tra cui l’alta corruzione, come riportato da Trasparency International, che colloca il Paese in 106esima posizione su 180 (l’Italia è 51esima). Secondo il Doing business 2020, il report annuale pubblicato dalla Banca Mondiale, una delle principali criticità nel Paese si riscontra nell’ottenimento dei permessi di costruzione (52,7/100), nella protezione degli investimenti minori (46/100) e nell’impugnazione dei contratti (53,5/100). Per quest’ultimo aspetto è fondamentale ricorrere all’arbitrato internazionale, prevedendo un’apposita clausola negli accordi tra le parti. Sono invece molto buoni i valori di “starting business” (la semplicità di dare avvio a un’attività economica), di “trading accross borders” (commercio transfrontaliero) e di “getting credit” (finanziamenti bancari). Negli ultimi anni è migliorato anche il sistema bancario, poco esposto direttamente e con una buona resistenza agli shock esogeni; le banche sono per lo più straniere e detengono il 90% dell’attivo circolante, mentre il sistema finanziario cresce rapidamente.
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